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Il paesaggio nella pittura fiamminga e olandese

16 dicembre 2006 - 9 aprile 2007

Regione Autonoma Valle d'Aosta Assessorato Istruzione e Cultura CIELO TERRA E ACQUE Il paesaggio nella pittura fiamminga e olandese tra Cinquecento e Seicento
Museo Archeologico Regionale, Piazza Roncas 12, Aosta
16 dicembre 2006 - 9 aprile 2007
Orario: tutti i giorni dalle 9 alle 19 Ingresso: intero euro 5,00 – ridotto euro 3,50 in abbinamento con l'ingresso alla mostra Cammina cammina. 150 anni di fotografie di bambini nelle Collezioni Alinari intero euro 6,00 – ridotto euro 4,00

Venerdì 15 dicembre, alle ore 18, l'Assessore all'Istruzione e alla Cultura della Regione Autonoma Valle d’Aosta Laurent Viérin inaugurerà, presso il Museo Archeologico Regionale di Aosta, la mostra CIELO TERRA E ACQUE. Il paesaggio nella pittura fiamminga e olandese tra Cinquecento e Seicento.

La rassegna presenta una selezione di circa 90 dipinti su tavola, tela e rame, che provengono da numerose collezioni private e da alcuni importanti musei, quali il Rijksmuseum di Amsterdam e il Museo Bredius di L’Aja. Le opere esposte rappresentano un’occasione unica di studio e di scoperta di questo specifico settore della pittura europea.

L’esposizione, realizzata dal Servizio Attività Espositive, è curata da Gianni Carlo Sciolla, professore ordinario di Storia dell’arte presso l’Università di Torino, con un gruppo allievi del corso specialistico.

Il genere del paesaggio, che nasce nel Cinquecento e si diffonde ampiamente nei secoli successivi, trova specialmente nei paesi nordici, Fiandre e Olanda, grande sviluppo e riscontro presso amatori e collezionisti. L’esposizione propone un percorso accostante che vuole far conoscere le varie tipologie attraverso le quali si articola la produzione del paesaggio nordico tra la fine del Rinascimento e l’età barocca.

Quindici sono le sezioni della mostra che rispecchiano queste forme di rappresentazione: vallate alpine, foreste e cascate; paesaggi con scene religiose; città e villaggi; porti e mercati; il Parnaso ricreato; canali e dune; paesaggi invernali; boschi e pianure; panorami; nostalgia dell’Italia; pastori, campagna, incontri d’amore; paesaggi scandinavi; paesaggi extraeuropei; parchi e giardini; infine le marine, genere considerato all’epoca autonomo.

Le forme del paesaggio fiammingo e olandese del Cinquecento e Seicento rispecchiano nelle immagini gli orientamenti culturali degli uomini (pittori, collezionisti, scrittori e poeti) del tempo. Per un verso, si tratta di brani pittorici che illustrano aspetti del territorio nordico con precisione e fedeltà realistica nei loro aspetti peculiari. Come tali seguono da vicino le incisioni dei libri di carattere topografico e geografico editi in gran numero dagli editori olandesi e fiamminghi coevi, che mirano a celebrare i caratteri e i valori "nazionali" dei Paesi Bassi.

D’altro canto, spesso rinviano a significati simbolici sui quali gli appartenenti alla nuova borghesia del tempo amano riflettere. Il paesaggio, infatti, come si apprende dai componimenti poetici coevi o dai trattati artistici e dai cosiddetti Libri di Emblemi consente allusioni moraleggianti alla grandezza divina, alla laboriosità umana, alla precarietà dell’esistenza, al viaggio metaforico dell’uomo, all’importanza della conoscenza di nuovi scenari naturali (come quelli esotici), al vagheggiamento di luoghi mitici e agresti, antichi e ideali.

La mostra permette inoltre di accostare la produzione specifica di personalità artistiche specializzate nel paesaggio nei vari centri di produzione delle Fiandre e dell’Olanda dei secoli XVI e XVII, e le modalità con cui, rispetto ad altri paesi europei, realizzano le loro opere.

Tra gli artisti, accanto a figure meno conosciute che possono rappresentare per il pubblico un’autentica scoperta, figurano alcuni nomi noti anche al grande pubblico, come Jan Breughel, Paulus Bril, Jan van Goyen, Isaack van Ostade, Salomon e Jacob Ruysdael.

La maggior parte di questi artisti si ispiravano dal vero, disegnando sui loro taccuini, en plein air, durante le esplorazioni ed escursioni nel territorio dei loro paesi, utilizzando il gesso, le matite, la penna e l’acquerello. Eseguivano poi i dipinti su tavola e rame, seguendo in ciò la tradizione tardomedievale, oppure su tela, nello studio. I formati erano per lo più di piccole dimensioni, adatti alla funzione a cui erano destinati. Spesso ai paesaggi cinquecenteschi fiamminghi collaboravano due tipi di specialisti: i pittori che eseguivano lo scenario e le forme naturali del paesaggio e coloro che dipingevano le figure che lo completavano.

La mostra è corredata da un catalogo bilingue francese-italiano edito dalla Casa Editrice Elede di Torino.

Per ulteriori informazioni

Uffici stampa: Matilde Meucci, tel. 050.36985
Andrea Andruet, tel. 0165.273246
Museo Archeologico Regionale: tel. 0165.275902
Servizio attività espositive: tel. 0165.230545
Internet: www.regione.vda.it

Comunicato segnalato da: Andrea Andruet

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Ultimo aggiornamento: 16/04/2007 (14:12)

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