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Personale di A/6600798

Dal 25 marzo al 5 aprile 2006

A/6600798 nasce a Nardò l'11 aprile del 1966. Nel 1994 si diploma all'Accademia di Belle Arti di Brera. Da 1986 al 2003 ha prestato servizio nell'Arma A. M. Separatosi dall'Arma, per incompatibilità, è tornato al suo primo amore, l'Arte.

Dal 25 marzo al 5 aprile, personale di A/6600798 AL Raggio Verde- Via Fed. D'Aragona, 4 - Lecce.

Vernissage sabto 25 marzo 2006 ore 20.00. Interverrà l'architetto Alberto Nuzzolo, docente di decorazione all'Accademia Belle Arti Di Brescia, Santa Giulia. Nel corso della serata: Omaggio a Eve Ensler, Patricia Howell leggerà dei brani da: "I monologhi della vagina" Il ricavato sarà devoluto ad Emergenzy

N°3478 & un cognome presentano un nome & N° 8743, ovvero metamorfosi, la linea retta e il suo funambolo, il labirinto di neve, e la spirale,la "mala educacion", schizofrenia di un tempo apollineo- satiresco ovvero da: Icaro ai ballerini di flamenco e "La vernice di Prassitele". che a Nardò o a Galatone, quest'estate, ogni estate / Un drappo rosso muove il vento/di una finestra vuota di nero. Un rivolo di sangue scorre sull'ocra/di un muro e di un arco,/il cielo,/buio livido d'afa /è cornice di un chiostro giallo,/come una cava/ brulicata di capre e pastori. La chitarra di Granata/ da quel filo verde, /marcio oliva,/bava di eros,/ disegna fantasmi di vento,/sulla petra di Lecce,/dove viva è/ la morte/ nella notte Greca d'Oriente.

In quel luogo dove accade questa magia mi ci ha portato una matricola militare n°3478 o n° 8743 Un ballerino e un pittore. Un ballerino pittore. Quanto tempo è passato da quando l'ho incontrato la prima volta. Io non stavo bene. Ero alienato. Accadde un sabato sera, inverno 2000, in un negozio di in una città del nord, a sud del polo, dove qualcuno esponeva, qualcuno dipingeva, qualcuno ballava e tutti mangiavano ad una festa dove ognuno, per la sua via, era stato invitato. Ma quei Signori, mi apparivano tutti estranei tra di loro.

C'era pure il Libraro di una libreria dal nome greco che per qualche ragione avevo frequentato e dove erano esposte delle strane foto in bianco e nero di un Uomo volante con le ali di stoffa. Era l'unica faccia nota, quell' Icaro, oltre la pittrice, Giusy Lazzaro, che mi aveva invitato per telefono, e mia moglie che mi accompagnava. Ma quella la conoscevo già. Il signore era elegante con i capelli brizzolati, magro e sulla quarantina. Lo salutai con calore. Lui rispose solo con un cenno della testa, molto susseguioso.

Mi sembrò un saggio, come fosse un libro ben rilegato, in pelle o brossura, un libro d'arte, molto ben educato. Io venivo dal Sud e portavo una borsa di vera finta pelle. Dentro c'erano riposti gli attrezzi del mestiere. Due cilindri di lacca per capelli, qualche spatola e qualche pennello, un coltello stagliato da cucina coi denti, dei tubetti di colore misti, parte acrilici, parte tempera, parte olio, tre buste di ossidi in polvere sottilissima era il segreto nascosto nella borsa di plastica.

Gli ossidi e la lacca o quello di un Vate che il mio Heppning era cominciato da lì, da quando mi ero già accorto, in una notte d'estate dell' 86, nella città di mezzo, di come nascesse una forma. In una scatola, altre più piccole scatole; una rossa, una gialla ed una bleau. Polvere d'ossidi necessari al cemento per un impasto colorato da dentro, così di terra verde – giallastro, o ocra arsa dal sole, com'è da noi In quei tempi andavo guardando tutte le montagne spaccate e i suoi scisti.

Mi sporcai le mani nei colori e su di una tela rettangolare 100x70 ruotandovi sopra, apparvero lì, in quel momento, delle macchie. Cercai d'intelligerle con il pennello, ma la tempera schifava le polveri, non la lacca. E poi di nuovo il pennello e le polveri, sì ebbro di vino, più sudavo, più impasticciavo gli umori sul piano, fino a quando l'imago smetteva il suo urlo. S'era ben composta Da un origine, per caso, una spirale e il suo sviluppo, giungevano all' inventio, al ritrovamento di una forma nuova della conoscenza. "Io non cerco, trovo," diceva Picasso.

Pasticcio, non certo Usprung, ma al contrario «Herkunft», «Entstehung» pensiero filosofico necessariamente opposto a Platone? Alla sua linea retta. Alla sua dialettica sicura. Al suo infinito da cui non si esce. All' Uomo, il funambolo di pezza, prigioniero per sempre dello spazio assente, dialettico e ragionevole, che senz'occhi d'inganno e di "sragione", non vede né sente, non tocca né balla, non riconosce l'altro e così la guerra cova sotto un cuore di panno. Ma se la danza è del ventre, e se i satiri con una sola gamba, l'altra perduta per mine,corrono dietro l'aereo Americano che lancia una protesi,[quanto tempo è passato da quella sera del 2000, da quello spazio del tempo? Non saprei.

Ma una cosa è certa. Qualcosa è accaduto se di nuovo la Grecia sta ad oriente di Otranto, qualcosa è accaduto se Ulisse, morto per acqua, era da Itaca petrosa come lo sono le Tremiti, il Gargano e il Salento e dove le capre, le pecore, e i pastori, già colorati da Prassitele ed Altri, poi sbiancati da Winchelman, se pur divennero tutti un Apollo di marmo bianco, perfetti immobili ed incantevoli, qualcosa è accaduto che attonito d'angoscia, di lotta scomposta, disarmonica e curva, ombra di forze, chiaroscuro del dramma dei suoi figli schiacciati dai serpenti del mare e della decadenza di Hellas, lo sguardo di morte, rivoltato all'indentro di un Laooconte è lo sguardo d'Edipo senz'occhi e senza colpe, solo confuso dal "Caso".

Il ponte sul fiume scambia la sponda e quel numero, 3478 o 8743, ora è forse un nome: Alessandro coi suoi fauni, i suoi satiri e le tende arabe da nomadi. Il Pastore errante dell' Asia è di terra, non ha ali belle, eleganti ed estranee. Straniere. Non è bestia rara, ed il suo specchio di resina,in una città del nord che comunque è a sud del polo, e ad ovest d'Atene è lo scudo trasparente dell'uomo povero del suo tallone. Egli ha nel cuore la terra, d'Otranto e Nardò dove è pure Venezia nella piazza sbieca di un centro che sfugge e non è né cerchio né ortogonalità di quadrivio, ma Arabo è di piani sfuggenti, dissimmetrico e sovrapposti di fughe variabili e via; Gitane.

Le cave di pietra. Pontelandolfo, 17/03/2006 Firmato: Un nome, un cognome, un numero e un nome. Alberto Nuzzolo o Nuzzolo Alberto, 3478 o 8743: Alessandro De Simone da Nardò.

Ultimo aggiornamento: 06/04/2006 (10:25)

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