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Frammenti di un discorso cromatico

23 marzo – 3 maggio 2006

Dal 23 marzo al 3 maggio 2006 l'Archivio di Stato di Torino ospiterà la personale di Renata Rampazzi, artista formatasi a Torino con Riccardo Chicco, poi a Salisburgo con Emilio Vedova e successivamente a Parigi con Zao Wou Ki e con l'entourage di Alechinsky.

Alla fine degli anni settanta l'artista si trasferisce a Roma dove tuttora risiede e lavora; dal 1973 ad oggi ha esposto in più di 60 mostre tra personali e collettive, in Italia e all’estero. In mostra circa 80 di opere, scelte dalla curatrice Marisa Vescovo tra la produzione degli ultimi 15 anni della Rampazzi. Vi sono tele storiche di grande formato (cm 160x200) così come i dittici del 2004, le più recenti composizioni formate da piccoli olii accostati (cm 30x30), oltre ad una serie di pastelli, una selezione che permette di apprezzare l’evoluzione artistica della pittrice.

Ci sono i colori pieni e forti che caratterizzano la pittura della Rampazzi: rosso sangue, marrone come la terra, il malva e il grigio di certi cieli in tempesta, il blu di un mare sconosciuto e il verde della natura che si risveglia e rinasce dopo i rigori invernali. E c’è il suo tratto distintivo, quella pennellata vigorosa e materica, energia pura fatta pennello che scarica sulla tela emozioni, sentimenti, paure. Lidia Ravera nel testo in catalogo sottolinea la peculiarità di quest’artista: "Non mi aspettavo che il primo quadro, subito, sulla prima parete, mi parlasse così chiaramente. Renata Rampazzi (...) ha dipinto per me l'aura, quel colore inspiegabile che determina gli umori e coglie il senso degli eventi, i sentimenti". È questa la sensazione che si prova quando ci si trova di fronte ad una tela dipinta da Renata, la sensazione di qualcosa di conosciuto, vissuto in prima persona. I suoi quadri vanno dritti al cuore, all'anima oseremmo dire. È come quando davanti ad una pagina scritta si rimane stupiti, perché mille volte si è provata quell’esatta sensazione ma mai saremmo stati capaci di descriverla con tale precisione. Ecco ciò che rende unica l'opera di Renata Rampazzi, la sua capacità di essere intima ma "di tutti": quelle masse colorate che si rincorrono nei suoi quadri, quegli squarci di luce che improvvisamente illuminano la tela fanno risuonare in noi spettatori una corda nascosta.

Chi non si è mai sentito oppresso da una pressione indescrivibile o sollevato sino al cielo da un improvviso anelito d’infinito? Di fronte all'immensità della vita e dell'universo, di fronte al CAOS, come lo descrive la curatrice Marisa Vescovo in un precedente scritto, la Rampazzi scarica sulla tela le emozioni, le angosce e le sensazioni attingendo a quel magma sconosciuto e trascurato che è la coscienza umana.

Grazie alla sua straordinaria capacità di comunicare la pittrice fa sì che ogni quadro sia per noi una storia, un'esperienza, un'avventura. Di fronte ad ogni tela ci si ritrova immersi nel mistero dell’esistenza e delle sue pulsioni: siamo coinvolti in un turbinio di rossi o travolti da un’onda blu mare, siamo quel puntino nero, quella traccia lasciata sulla tela verde chiaro, sopravvissuti ad un naufragio. Ma più che tutto siamo umani, fatti di carne e spirito così come di materia e forza espressiva sono i quadri di Renata Rampazzi. Si potrebbe essere tentati di descrivere la sua pittura come informale, ma se ci si lascia andare, se ci si fa catturare dalla storia raccontata in ogni quadro appare chiara la differenza; la Rampazzi è una pittrice che si spoglia completamente di ogni sovrastruttura intellettuale, che apre il suo cuore e dipinge con le viscere, per tentare la sua utopica impresa di dare una forma a ciò che è informe per eccellenza: le emozioni. E – sorpresa! - ci riesce divinamente, anzi umanamente.

La mostra è stata realizzata con il sostegno di Città di Torino, Regione Piemonte, Deutsche Bank – Private Wealth Management, Editrice La Stampa e con la partecipazione di Ministero per i Beni e le Attività culturali – Archivio di Stato di Torino e dell’associazione Amici dell'Archivio di Stato di Torino "Frammenti di un discorso cromatico" Renata Rampazzi a cura di Marisa Vescovo Contributi di Lidia Ravera e Claudio Strinati Comitato Scientifico Claudio Strinati, Alain Elkann, Marisa Vescovo, Claude Ghez, Marcello Levi, Alessandro Masi, Cynthia Burzi Archivio di Stato di Torino Piazza Castello 209 (entrata da Piazza Mollino) Tel 011 540382

23 marzo – 3 maggio 2006 dal martedì al sabato 10.00 –18.00 domenica e festivi 10.00 – 20.00 lunedì chiuso Aperture serali in programmazione Ingresso gratuito Catalogo Hopefulmonster editore 35 Euro

Ufficio Stampa Emanuela Bernascone Corso re Umberto 31, 10128 Torino - fax 011.1979395

Comunicato segnalato da: Ufficio Stampa Emanuela Bernascone

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Ultimo aggiornamento: 18/08/2006 (13:19)

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